lunedì 9 maggio 2011

[INTERVISTE] Chris Burnham su Batman Inc.


Chris Burnham è un astro nascente nel comicdom americano: ha lavorato con Joe Casey in due progetti Image (di cui leggerete sotto, non vogliamo certo rovinarvi la sorpresa), ma è da quando è entrato nello staff di Batman & Robin 16 (per coprire il ritardo di altri autori) che è letteralmente esploso in tutta la sua eccezionale bravura, guadagnadosi un contratto esclusivo con la DC Comics e affiancando Yanick Paquette nel (ritardatario) Batman Inc.
Con orgoglio ospitiamo nel nostro blog la sua prima intervista italiana in assoluto.

Possiedi un grande talento e uno storytelling veramente solido, ma la cosa che ci ha impressionato di più è la velocità con cui sei entrato a far parte dello stardom. Prima hai fatto Officer Downe con Joe Casey, poi Batman & Robin 16, seguito da un contratto in esclusiva per la DC che ti ha portato su Batman Inc. È la realizzazione del sogno di qualunque disegnatore. Poi raccontarci cosa è successo e come hai gestito il fatto di diventare un top artist in così poco tempo?
Be', non direi che il mio primo lavoro sia stato Officer Downe... ho iniziato a venir pagato per disegnare fumetti nel 2004, per cui mi ci sono voluti circa sette anni prima di raggiungere il "successo immediato"! Sul mio sito c'è una bibliografia abbastanza completa, quello è stato un periodo pieno di trionfi e tragedie. Alcuni gran bei lavori, altri non così belli, dei vicoli ciechi e delle svolte fantastiche. In qualche modo, con Officer Downe è scattato qualcosa. Breve inciso: Officer Downe è stato il mio secondo progetto con lo scrittore Joe Casey - il primo era stato la graphic novel Nixon's Pals. Parla di un supervisore per la libertà vigilata dei supercriminali. Ed è fantastico. Comunque, Joe stava bullandosi delle pagine di Officer Downe con chiunque avesse gli occhi per vederle, incluso il suo compare Grant Morrison.
Quindi quando si sono trovati in ritardo di lavorazione con Batman & Robin 16 e stavano cercando un artista in grado di subentrare e rientrare nelle scadenze è uscito fuori il mio nome e ho avuto il lavoro! E prima che avessi ultimato metà di quelle sette pagine la DC mi ha offerto di disegnare un paio di numeri di Batman Inc. Per cui devo aver lavorato nel verso giusto!

Sei riuscito ad utilizzare almeno tre stili molto diversi su Batman Inc. 4. Questo ci ha riportato alla mente lo story arc di Batman The Black Glove, disegnato da JH Williams III, in cui l'autore mimava stili differenti in risposta alle psicologie dei personaggi, aiutando il lettore a riconoscerli immediatamente. Crediamo di aver riconosciuto uno stile ispirato al primo Quitely e a Darrow per la storia principale, a JH Williams III per le parti con Batwoman e un classico stile DC della Silver Age per la storia di Kathy Kane. È stata una tua scelta o è stato un suggerimento di Morrison?
Gran parte del cambio di stile che avete notato è dovuto al lavoro del colorista Nathan Fairbairn: se vedeste le matite, notereste un'uniformità di stile dall'inizio alla fine, a parte le buffe facce di Batman e Robin nei flashback. Abbiamo discusso di un paio di idee su come rendere i colori, dopodiché la palla è passata a lui. Che è sicuramente uno dei migliori coloristi del settore. Oltre a rendere meravigliosi i miei disegni, capisce per davvero come usare la colorazione come uno strumento per raccontare storie, dirigere gli sguardi e trasmettere emozioni. Dategli subito un Eisner!

Eri già un fan di Grant Morrison prima di lavorare su Batman Inc? Com'è lavorare con Grant?
Ero un GRANDE fan delle opere di Grant. Credo di aver letto tutti i suoi lavori americani. Di recente ho recuperato i quattro albi di Flex Mentallo per un 1 dollaro al pezzo! Non vedo l'ora di rileggerlo avendo fresca in mente la Doom Patrol, nel prossimo futuro. Potrebbe essere il fumetto di Grant Morrison più grantmorrisoniano che abbia mai letto!
La roba inglese è un po' più complicata da recuperare qui in America, però. Quel che ho letto di Zenith è fantastico... la Quality Comics ha ristampato le prime due fasi su 2000 AD Showcase, ed è una bella lettura anche con i disegni rimpiccioliti e miseramente colorati. Speriamo che le voci sull'imminente ristampa di Zenith siano vere!
Lavorare con Grant è una sfida fantastica. Le sue sceneggiature sono molto veloci e molte delle vignette richiedono più azioni su diversi piani. Visualizzare tutte queste informazioni insieme richiede un gran lavoro coreografico... nel raccontare per vignette l'artista deve costruirsi un ambiente tridimensionale in cui piazzare i personaggi che interagiscono nello stesso spazio, in modo che sia sicuro che ogni oggetto nella vignetta sia messo nella corretta relazione con gli altri anche nel senso del più puro disegno a due dimensioni. E fare questo cercando di rendere tutto il più dinamico possibile e lasciare spazio anche per i balloon di testo è una grande sfida in ogni sceneggiatura, ma le sceneggiature di Grant alzano davvero al limite il coefficente di difficoltà. Sono così veloci che raramente si trova un'inquadratura d'ambientazione... mi tocca inquadrare l'ambiente nello stesso momento in cui disegno i personaggi in quell'ambiente, che peraltro stanno facendo qualcosa di complicato e fondamentale per la storia.
E per di più, le sceneggiature di Grant sono delle bozze. Quando le ricevo metà dei dialoghi è ancora da scrivere, così è un po' come lavorare "Marvel style". Vengono lasciate fuori molte informazioni che devo aggiungere da me. E se da un lato questo significa più lavoro, dall'altro mi permette di inserire più cose mie nella storia, per una collaborazione più sincera. Dopo aver terminato le tavole, Grant riscrive da capo la sceneggiatura, in modo che si adatti ai disegni. E' capitato un paio di volte che i dialoghi definitivi non avessero nessuna attinenza con quelli della prima bozza. Ed è davvero una grande esperienza di lettura, quando ricevo le tavole per approvare il lettering... sto davvero leggendo il fumetto per la prima volta, e tutto è molto fresco.

Com'è il rapporto lavorativo con Grant? Sappiamo che tende ad avere un rapporto di scambio informazioni privilegiato con alcuni artisti, mentre con altri è tendente allo zero. Nel tuo caso hai avuto dei contatti diretti con lui?
A parte una mail in cui mi diceva che avevo fatto un ottimo lavoro su Batman & Robin 16, la mia sola interazione con lui è stata quella di ricevere le sceneggiature via mail. E' sua moglie Kristan che si occupa di gestire le mail quotidiane.

E che dici della reazione di Grant al tuo lavoro su Batman Inc.? Sai se è soddisfatto del tuo lavoro?
Mi pare di sì! Scrive sempre "è fantastico lavorare di nuovo con te" all'inizio di ogni sceneggiatura, ma la più grande testimonanzia di quanto sia soddisfatto è il fatto che sono stato invitato a disegnare un altro story arc completo questo autunno. Molto eccitante!

Hai qualche aneddoto da raccontarci su Grant? Qual è stata la cosa più difficile che hai dovuto disegnare?
Di sicuro la cosa più difficile da disegnare è stata la doppia pagina di otto vignette in Batman Inc. 6. Non voglio dire troppo per non rovinarvi la sorpresa, ma è la cosa più difficile su cui abbia lavorato da molto tempo a questa parte. È incredibilmente complicata, con un sacco di personaggi, prospettive e ambienti molto complessi, e una gag visuale incredibilmente brillante che richiede un'irragionevole attenzione a ogni dettaglio, per essere capita. Ne sono molto fiero, ma spero che Grant non mi faccia disegnare qualcosa di simile per molto tempo. Lasciami dormire, dannazione!

A parte Batman Inc., quali sono i tuoi prossimi progetti?
Quest'anno io e Joe Casey torneremo su Officer Downe, e inoltre scriverò e disegnerò una storia dal nome Danger Commander 4 per Double Feature Comics della Star Studios. Non voglio svelare molto, ma sono davvero eccitato... è come un cartone animato del sabato mattina, ma con le palle e le conseguenze del caso. Immaginate la Croce Rossa con dei jetpack, e non sarete tanto lontani.

Rough pencils per le prime due vignette di tavola 14 di Batman Inc. 4...

...e la sua versione definitva, inchiostrata (Burnham) e colorata (N. Fairbairn).

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